Imparate a fare il bene, cercate la giustizia: preghiamo per l’unità dei cristiani

Arriva la tradizionale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio. Mentre ci prepariamo ad accogliere il nostro nuovo Pastore, mons Vito Piccinonna, disponendoci alla liturgia di ordinazione e inizio del ministero episcopale del 21 gennaio prossimo, non possiamo non disporre i nostri cuori a condividere la preghiera “Ut unum sint” del nostro Signore Gesù Cristo.

In questo anno le parole chiave della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani sono: «Imparate a fare il bene, cercate la giustizia» (Isaia 1, 17). La meditazione sul contesto di questo motto ci porta a ritrovare l’umano quale punto d’intercessione tra fede e vita. Nella crisi di fede e di socialità, di oggi come di allora, il profeta ci invita a afferrare come nodo d’oro l’umano che unisce: rito e vita, culto ed esistenza, liturgia e giustizia, preghiera ed opere. Nel tempio si viene per ascoltare e credere a una parola che si vivrà fuori. Il brano delinea proprio i principi per un discernimento del nesso fede ed esistenza e cioè il fatto che il valore di un culto non è legato alla molteplicità dei riti.

Ma da dove vengono le divisioni nel rapportarsi a Dio, le divisioni nella relazione tra i credenti? Ovviamente, tutte le divisioni affondano le loro radici nel peccato, cioè negli atteggiamenti e nelle azioni che vanno contro l’unità che Dio desidera per tutta la sua creazione. Ci si rende sempre più conto nel cammino ecumenico che la verità del Vangelo può dunque essere detta in una varietà di forme e spesso necessita di una nuvola di testimoni (cfr Eb 12, 1) per esprimere la grandezza della fede sperimentata. Anche questo fa sì che il nostro atto di culto non sia idolatra! I cristiani, pur radicati nella propria Chiesa che li ha generati alla fede, sono chiamati così a scoprire il mistero della comunione, da cui scaturisce la fraternità, tra loro ritrovata al di là dei confini confessionali.

Non si trattava però di fondere i propri orizzonti in un sincretismo che omogeneizza o nell’universo simbolico della Chiesa maggioritaria, quanto di costruire insieme, con l’aiuto dello Spirito, un nuovo linguaggio dialogico e plurale in un processo di conversione continua e condivisa all’unico Signore.

Ogni Chiesa ha bisogno delle altre, e ha bisogno che le altre restino sé stesse, con le loro diversità e caratteristiche, perché è anche necessario lasciarsi ferire e provocare dalla diversità dell’altro. Solo così lo Spirito trova, infatti, dei varchi per agire nella storia del corpo ecclesiale.

Al livello diocesano, organizzeremo iniziative di preghiera ecumenica con altre confessioni presenti a Rieti più in là, secondo l’agenda del nostro nuovo Vescovo.

Per approfondire la riflessione, sono disponibili il sussidio e i materiali messi a disposizione dall’Ufficio nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana: https://ecumenismo.chiesacattolica.it/