“Un cuore che arde”: lo stesso slogan, e lo stesso riferimento evangelico, della veglia che si era tenuta a ottobre a Sant’Agostino per la Giornata missionaria mondiale. Il cuore ardente dei discepoli in cammino con Gesù – secondo la bella icona che l’evangelista Luca consegna nel brano dell’incontro del Risorto con i due di Emmaus – tornato come tema al centro dell’attenzione anche per un questo altro momento dal sapore missionario vissuto a marzo: la giornata di digiuno e preghiera in memoria dei missionari martiri, che la Chiesa fissa il 24 marzo (anniversario del martirio del santo vescovo Oscar Romero) ma anticipata – data la coincidenza, il 24 di quest’anno, con la Domenica delle Palme – a lunedì scorso.
Ad accogliere la veglia per tale occasione, come già lo scorso anno, è stata la parrocchiale del quartiere Micioccoli. I fedeli raccolti a Santa Maria Madre della Chiesa hanno voluto sentire viva la presenza dei diversi testimoni della fede – sacerdoti, religiosi, laici – che in vari luoghi del mondo sono stati uccisi nel corso del 2023, ricordati uno a uno nella “litania” che, a ciascun nome citato, vedeva i partecipanti declamare «presente in mezzo a noi».
Uno dei momenti, questo dell’intensa veglia, presieduta – in assenza di monsignor Piccinonna impegnato nella visita ad limina in Vaticano con gli altri vescovi del Lazio – dal vicario generale, e parroco della chiesa ospitante, don Casimiro Panek.
La richiesta di perdono, le parole del Papa sui “cuori ardenti” tratte dal messaggio della Giornata missionaria di ottobre, la proclamazione del Vangelo, la lettura di una toccante testimonianza fra le tante storie di chi ha dato la vita per la giustizia e la verità (quella di padre Ezechiele Ramin, missionario comboniano che venne ucciso nel 1985 in Brasile a causa del suo impegno per i piccoli contadini e gli indios contro i grandi latifondisti senza scrupoli) hanno scandito la riflessione dei presenti.
Non solo preghiera, non solo digiuno trasformato in condivisione (versando le offerte della corrispondente rinuncia, offerte che – ha detto poi il direttore dell’Ufficio missionario diocesano, don Robert Kasereka Ngongi – verranno destinate a un’opera missionaria in Marocco: un centro di accoglienza per migranti), ma anche impegno di essere tutti, idealmente, missionari nel mondo: impegno espresso nel gesto delle candeline che i partecipanti alla veglia hanno acceso alle lampade colorate simboleggianti i cinque continenti per poi depiorle dinanzi all’altare, sotto la croce colorata, nei pannelli raffiguranti la forma di ciascun continente. A caso, ogni partecipante aveva ricevuto un bigliettino del rispettivo colore, deponendo la candelina sul continente per il quale poi è particolarmente invitato a pregare durante la Settimana Santa.