Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri

Come ogni anno il 24 marzo celebriamo la ventinovesima Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei Missionari Martiri. Nella stessa data, 41 anni fa, mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, veniva assassinato durante la celebrazione della Messa, punito per le sue denunce contro le violenze della dittatura militare nel Paese.

L’agenzia Fides ogni anno dà il resoconto del sacrificio che tanti nostri fratelli e sorelle fanno della loro vita nei vari paesi del mondo. Ciò che colpisce, è il fatto che negli ultimi dieci anni, il numero più elevato di missionari e operatori pastorali uccisi si è registrato in Paesi americani a maggioranza cattolica. Si fa notare anche il progressivo aumento del numero di Paesi e aree geografiche in cui viene sparso il sangue dei missionari. Ma a rimanere impressi sono soprattutto i cenni biografici delle singole vittime, e i racconti asciutti delle circostanze in cui hanno offerto il loro ultimo sacrificio. Lì si coglie con mano che la gran parte di loro sono stati raggiunti da morte violenta nella luminosa ordinarietà delle loro vite intrecciate alle vite degli altri, al servizio del bene di tutti, compresi – a volte – i loro stessi carnefici. In tante delle loro morti cruente non si ravvisa neanche il movente dell’odio religioso. Sono stati spesso uccisi da una rabbia e da una violenza senza ragione, da una ingratitudine che svela il mistero del male, come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni «Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge:Mi hanno odiato senza ragione» (Gv 15, 25).

La loro testimonianza usque ad effusionem sanguinis spesso non si è compiuta nel vortice impetuoso di eroiche imprese missionarie, magari lontano dalle loro terre d’origine, ma è fiorita nella trama dei loro gesti più abituali, in mezzo alle occupazioni di ogni giorno. Molti di loro – così è stato detto, parafrasando un’espressione cara a Papa Francesco – sono veri e propri “martiri della porta accanto”. Percepiamo la vicinanza delle loro vite intrecciate alle nostre. Possiamo riconoscere con gratitudine il singolare accento di prossimità con cui si manifesta, in questo nostro tempo, l’impronta del martirio che accompagna tutto il cammino della Chiesa nella storia.

Quest’anno non potremo vivere come Chiesa una celebrazione di preghiera per ricordare la testimonianza di tanti nostri fratelli e sorelle, ma ogni parrocchia e comunità può dedicare un pensiero, una preghiera o una celebrazione alla loro memoria. Ricordare il loro sacrificio è un occasione importante di crescita per noi e per le nostre Comunità.

Qesto il link per poter scaricare il materiale utile ad animare questa giornata: https://www.missioitalia.it/giornata-dei-missionari-martiri-2021